A te

A te
che sei ed esisti

nello scrigno
di questo nostro mondo

in ogni cosa o fiato
o pensiero

in ogni frutto
da accostare alle labbra

in ogni fremito d'aria
entro cui volare

in ogni stella
che riluce e cade

nel puro desìo
delle notti.













Giunsero con i loro carri

Giunsero con i loro carri.

Fra i selciati nudi
vincere le remore d' un tempo senza luna
ad ascoltarsi il diluvio d'un cuore.

E la sera si fece cons˜lo.
E li avvolse
coi vestiti della festa
stupiti
in grembo al silenzio
come notti cieche
davanti agli stellati...

Andarono via al mattino
e c'era il sole.

Le loro grida
trafiggere l'azzurro.













S' aprì la tua voce

S'aprì la tua voce
nella pausa quieta della notte
a cantarmi il delirio
della tua poesia.

Non ci fermammo.

Tu ed io
seguitare ad amarci
come la spuma del mare
al cuore d'una riva.

Tacevano i venti
fra le bianche lune.

E il tuo lamento
ed il mio
oltre le mete

acclamava fra stelle
a una dimora...













Ho chiesto alla luna

Ho chiesto alla luna
un po' di luce
e un sortilegio buono
per la notte.

Così starò con te.

E avrò
e stringerò fra le mani
i tuoi capelli
come fasci di spighe
nelle sere di giugno.

Tutto sarà calmo.

Solo il vento
m'asciugherà piano le labbra
dopo che avrò preso
da te
l'acqua per la mia sete.













Quel tuo nome nella notte

Quel tuo nome
nella notte
di stella in stella...

Quando allora
diviene, il tempo,
dal viaggio tra gli elisi,
per giungerti nel grembo
alla chiama dell'estate.

Tutto sarà per amarti
nel giorno che viene.

E ricolme avremo le mani
della gloria o del lutto,
come l'uva d'ottobre
naufraga del sole...

Ma ora
che m'ascolti un Dio dal cuore stanco
le corde che arpeggiano nel vento.
E da quel canto, una gemma di corallo
approdi
alle tue labbra schiuse...

Che io dorma infine
stanotte
innanzi al mare.

E il fiato lontano di un'armonica,
piano narrarmi il tuo pensiero.